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Smart Grid: risparmio energetico ed efficienza

Ultimo aggiornamento: 12-07-2012
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Da un punto di vista prettamente tecnico – nel campo quindi dell’ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni – una smart grid altro non è che una rete di informazioni che coopera con la distribuzione dell’energia elettrica, funzionale in quanto in grado di prevenire cadute di tensione, sprechi e sovraccarichi, in altri termini: una infrastruttura che facilità risparmio energetico ed efficienza.

Nell’era delle fonti rinnovabili, il termine smart grid è mutuato per indicare la nuova rete elettrica intelligente, che non funge più da esclusivo canale di trasmissione di energia da centrale elettrica a cliente finale, tutt’altro: il nuovo sistema, infatti, è in grado di recepire i flussi di energia in modo bidirezionale, ovvero sia dalla centrale che dal singolo consumatore, tutto questo per favorire l’efficienza ed il risparmio energetico a livello di rete.
Il cliente finale non è più, dunque, un semplice fruitore di servizio, ma viene a rivestire un ruolo di primaria importanza, affiancandosi ai grossi produttori di energia. Il cliente può decidere autonomamente di generare l’energia necessaria per il proprio uso primario, interagendo in maniera diretta con la rete. Lo stesso consumatore – che secondo un termine coniato di recente diverrebbe prosumer, ovvero produttore e consumatore al tempo stesso – può decidere di utilizzare secondo le sue preferenze l’energia da lui stesso prodotta, andando anche ad alimentare in prima persona la rete elettrica.

Le smart grid si impongono dunque come soluzione vincente in termini di risparmio economico (oltre che di risparmio energetico) e di sviluppo nel consumo delle fonti rinnovabili. L’utilizzo delle rete intelligente è mediato da un apposito contatore, lo smart meter, con funzionalità digitali e possibilità di Smart Gridlettura remota in grado di garantire la massima efficienza di rete.
Lo sviluppo della rete intelligente è strettamente relazionato all’esigenza di raggiungere gli obiettivi europei in termini di risparmio energetico e sfruttamento di fonti di energia rinnovabili. Entro il 2020 l’obiettivo italiano è quello di raggiungere il 17% di energia prodotto da fonti rinnovabili. In tale circostanza, pertanto, una rete di produzione aggiuntiva, da affiancarsi a quella tradizionale, non può che facilitare la piena realizzazione dell’intento: la massima efficienza distributiva e la massima integrazione della rete con le fonti rinnovabili.

C’è da sottolineare, comunque, che lo sviluppo capillare di reti intelligenti è un’impresa tutt’altro che semplice, che richiederà diversi anni di sperimentazioni. Il problema più grosso è in fieri nel pur efficiente sistema di diffusione energetica attuale, in quanto le reti sono state pensate secondo un criterio uni direzionale, ovvero dal cliente al fornitore. Tale sistema deve essere dunque rivoluzionato, rendendolo da passivo ad attivo.
Un ostacolo è costituito anche dall’esborso economico che un progetto tanto nobile quanto complesso prevede. Le linee rimarranno le stesse, e gli sforzi andranno a concentrarsi sull’acquisto di nuovi software, sul cambiamento nella gestione della rete e della sua relativa protezione e sicurezza.

L’importanza dello sviluppo delle smart grid è stata accolta a livello europeo, tant’è che nel Novembre del 2011 è stato lanciato a Parigi il progetto GRID4EU, che ha l’obiettivo di estendere su larga scala europea le reti intelligenti. Il progetto prevede un iniziale investimento per la creazione di sei impianti in sei differenti stati europei. In Italia, Enel con la partnership di Ricerca Sistema Energetico, disporrà di un budget di circa 8 milioni di euro, e svilupperà il proprio progetto incentrandolo sull’integrazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili a reti di media tensione; la durata complessiva prevista è di 4 anni e terminerà con il decorrere dell’ultimo trimestre del 2015.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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