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L’autorizzazione unica per gli impianti fotovoltaici

Ultimo aggiornamento: 30-10-2013
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Installare un impianto fotovoltaico richiede sempre delle autorizzazioni presso gli enti istituzionali preposti.
Il tipo e l’onerosità dell’autorizzazione dipende ovviamente dall’entità dell’impianto fotovoltaico, dall’area in cui viene installato, ma soprattutto dalla Regione di competenza. Ogni Regione ha infatti una propria normativa fondata su alcune linee guida nazionali. Vige oggi il massimo decentramento regionale (all’interno di “linee guida” nazionali).

Per i piccoli impianti fotovoltaici installati sui tetti delle abitazioni è in genere sufficiente la semplice “Comunicazione preventiva al Comune”, a meno che le abitazioni non si trovino in aree tutelate dal codice dei beni culturali e del paesaggio. Si compila un modulo presso l’ufficio tecnico comunale e si procede ad avviare i lavori di realizzazione dell’impianto.

Leggi qui cosa è l’Autorizzazione Preventiva al Comune. Questa è la procedura più semplice ed immediata per i piccoli impianti fotovoltaici.

Un successivo “gradino autorizzativo” è la P.A.S.: la procedura abilitativa semplificata.
Si tratta di un’altro tipo di autorizzazione per la quale ogni Regione può ampliare il campo di applicazione. Si usa la PAS (Procedura abilitativa semplificata) in genere quando l’impianto fotovoltaico modifica la sagoma dell’edificio, fuoriesce dal tetto, cambia la destinazione d’uso dell’immobile, ecc..

Leggi qui altri dettagli sulla PAS, – Procedura Abilitativa Semplificata.

L’ulteriore gradino autorizzativo, per gli impianti più complessi, è quello dell’AU l’Autorizzazione Unica.

autorizzazione unica impianti fotovoltaici

 

Cosa è l’Autorizzazione Unica per gli impianti fotovoltaici?

Secondo la normativa nazionale, che è ulteriormente regolata a livello regionale, l’Autorizzazione Unica è, per il fotovoltaico, una procedura riservata agli impianti di almeno 20 Kw di potenza che hanno particolari vincoli o caratteristiche che richiedano un esame approfondito dell’Autorizzazione.
I criteri che definiscono la necessità dell’Autorizzazione Unica sono dettati da ogni Regione.

L’Autorizzazione Unica – AU – è rilasciata al termine di un procedimento unico svolto nell’ambito della Conferenza dei Servizi.

Cosa è la Conferenza dei Servizi? E’ uno strumento previsto dalla normativa, una “conferenza”, appunto, alla quale partecipano tutti gli enti e le amministrazioni coinvolte per autorizzare la costruzione dell’impianto fotovoltaico acquisendo tutti gli atti, i permessi, le licenze, ecc.. necessarie alla realizzazione.  All’interno della Conferenza viene riservato un ruolo ben preciso al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il quale partecipa al procedimento per l’autorizzazione in aree tutelate dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.

Il responsabile del procedimento è la Regione, che a volte delega alla Provincia di competenza.

Visto il numero e “l’importanza” di soggetti coinvolti, l’onere maggiore dell’Autorizzazione Unica è il tempo.

Queste le tempistiche previste dall’AU:

  • entro 15 giorni dalla richiesta l’ente che la prende in capo deve comunicare l’accettazione e l’avvio della procedura. Se non lo fa entro 15 giorni, l’istanza di “autorizzazione unica” si intende accolta secondo il principio del silenzio-assenso;
  • entro 30 giorni dal ricevimento dell’istanza l’Amministrazione deve convocare la succitata conferenza dei servizi;
  • entro 90 giorni dall’avvio del procedimento, l’amministrazione può richiedere modifiche e integrazioni al progetto, che devono eventualmente pervenire entro altri 60 giorni;
  • se viene richiesta una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), i tempi si dilatano ulteriormente di almeno altri 45 giorni;
  • in definitiva: entro 90 giorni dall’avvio della procedura, se non incorrono integrazioni e intoppi, la conferenza dovrebbe garantire la conclusione del procedimento unico, ma ogni richiesta, ogni integrazione, ogni valutazione di impatto ambientale, costituisce una sospensione dei 90 giorni.



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Alessandro Fuda

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2 Commenti

  1. Silvio, il 22 Aprile 2023 ore 07:25

    Buon giorno. Sono in possesso di un impianto fotovoltaico di 4,5 Kw. Vorrei montare batterie di accumulo
    L’azienda che deve istallarmele. Vorrebbe un documento il certificato di autorizzazione del comune dove risiedo. Ma non riesco a capire chi me lo deve dare. Il comune dice di non avere nulla a riguardo. L’istallatore. Che e’ ENEL. X. Non mi risponde. E distribuzione anche. Non so più. A chi devo rivolgermi. Mi potete dare una mano. a chi devo richiedere questo documento.

    • Gipi, il 23 Aprile 2023 ore 17:58

      Ciao Silvio

      Spero di interpretare correttamente la tua situazione.
      ———————————————————————

      Tu hai un Impianto FV da 4,5 kWp che, a suo tempo, ti è stato fornito da ENEL-X.

      Il fatto stesso che tu abbia un Impianto FV con i Pannelli sul tetto (ma anche se fossero piazzati in altro luogo non farebbe differenza) comporta che, per risultare “con tutte le carte in regola” il tuo Impianto dovrebbe risultare “dichiarato” al tuo Comune.

      In generale, almeno fino a pochi mesi fa, si doveva dichiarare PREVENTIVAMENTE, al proprio Comune, l’intenzione di fare eseguire lavori di montaggio dei Pannelli FV (pratica da eseguire a cura di un Geometra o equivalente Figura Professionale abilitata).

      La detta “pratica” era indispensabile per 2 motivi congiunti : Avere dal Comune il benestare “paesaggistico” e anche adempiere al dovere di dichiarare qualsiasi “attività di modifica” o altro rispetto alla esistente situazione dell’Immobile.

      Il Comune, se non vi erano controidicazioni da parte sua, recepiva la “Pratica” di Dichiarazione Lavori e la archiviava senza dare nessuna specifica risposta.
      Trascorsi 20 gg dalla presentazione della “Pratica” e, in assenza di risposta (Regola del Silenzio=Assenso), si potevano iniziare i Lavori Dichiarati.

      DUNQUE RISULTA STRANO CHE PRESSO IL TUO COMUNE (UFFICIO TECNICO COMUNALE) NON RISULTI TRACCIA DEL FATTO CHE SUL TUO TETTO RISULTINO DICHIARATI MONTATI I PANNELLI FOTOVOLTAICI.
      ———————————————————————–

      Da come scrivi SEMBREREBBE che, per installare il Sistema di Accumulo, tu ti sei rivolto ORA a un INSTALLATORE di tuo gradimento che non è ENEL-X.

      Mi risulta un po’ strano che chi ti installerà il Sistema di Accumulo ti richieda un “CERTIFICATO di autorizzazione del comune dove risiedo” dato che, per quanto detto più sopra un “CERTIFICATO” non può esistere.

      Presso il tuo Comune, se tutto è stato eseguito regolarmente, puoi trovare solo la Pratica di “Dichiarazione Inizio Attività (lavori)” che, nel corso degli anni, ha subito variazioni di acronimo da SCIA a CILA ( puoi vedere meglio con una ricerca Google : ” cila cos’è “).

      In via del tutto ipotetica (ma poco probabile) forse il detto “documento” è stato presentato al Comune, suo tempo, dalla stessa ENEL-X .
      Dico “poco probabile” dato che un documento del genere costava già molti anni fa non meno di 600 €.

      Da un punto di vista puramente tecnico non ci sarebbe nessun motivo per chiederti il “documento” in questione per istallarti un Accumulo.

      Tuttavia, se ti viene chiesto, ci sarà sicuramente un qualche buon motivo dato che l’INSTALLATORE deve a sua volta completare una precisa Dichiarazione di Modifica Impianto presso uno o più “ENTI” e questo anche per rendere praticabile la solita Detrazione Fiscale sul Costo Impianto.
      ————————————————————————-

      Per quanto riguarda le risposte che tu ti attenderesti :

      “E-Distribuzione” sicuramente non ha nulla da risponderti dato che è totalmente estranea al problema.

      “ENEL-X” non saprei dire quale grado di responsabilità possa avere (per le ragioni già esposte più sopra).
      Comunque, da quanto si sente dire in giro a proposito di ENEL-X : UNA VOLTA INCASSATI I SUOI SOLDI SI VAPORIZZA DAL GIORNO DOPO.

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