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Fotovoltaico e impresa: il piano di investimento aziendale

Ultimo aggiornamento: 25-03-2013
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Realizzare un impianto fotovoltaico è un buon investimento, non solo per i privati, per le famiglie, ma anche per le imprese, imprese che non hanno come business principale la produzione e vendita di energia fotovoltaica.

Tra le imprese che investono in un impianto fotovoltaico ci sono infatti quelle che hanno come “core business” la produzione e la vendita di energia fotovoltaica, e aziende che operano in altri settori, ma che decidono di investire nel fotovoltaico esclusivamente per tagliare i costi energetici.

Nonostante la prossima fine degli incentivi, e nonostante i motivi per i quali si voglia installare  il fotovoltaico, il solare rimane un investimento in grado di ripagarsi in pochi anni, grazie soprattutto all’autoconsumo in sito: questo è un guadagno “indiretto”.

Ma c’è anche la potenzialità del guadagno “diretto”. Oltre al guadagno “indiretto” derivante dall’autoconsumo l’installazione è in grado di generare reddito sul lungo periodo attraverso la vendita al Gse delle eccedenze produttive. Un impianto produce infatti per 25-30 anni ed i benefici economici sono riscontrabili sull’intero periodo, anche senza incentivi. Facendo un confronto “prospettico” col costo dell’energia tradizionale, infatti, e considerando che petrolio, carbone e gas diventeranno con gli anni sempre più costosi, il fotovoltaico è già oggi un buon investimento.

fotovoltaico impresa e piano di investimento aziendale

Grazie ad un prezzo “chiavi in mano” decisamente più accessibile rispetto a solo qualche anno fa il fotovoltaico conviene già, in alcune situazioni, anche senza incentivi. Oggi siamo a prezzi per Kw installato inferiori alla metà di soli 5 anni fa. Se 5 anni addietro un impianto da 3 Kw superava i 20mila euro “chiavi in mano”, oggi siamo a cifre ben al di sotto degli 8 mila euro.

Questo discorso vale per tutti i tipi di installazioni, però per le Aziende, per le quali ci sono in gioco investimenti rilevanti, è importante dare la massima attenzione per fare le giuste valutazioni. Un’azienda che vuole investire in un impianto fotovoltaico, un impianto quindi ben più grande dei 3 Kw “formato famiglia”, prima di attuare l’investimento deve fare una precisa valutazione per individuare l’effettiva convenienza economica dell’investimento. Per fare la giusta valutazione deve infatti tenere conto di tutti i costi e di tutte le implicazioni possibili derivanti dalla realizzazione dell’impianto: dai costi fiscali ai vincoli normativi e contabili.  Per un corretto piano di ammortamento, infatti, è importante riuscire a prevedere tutti i costi, le spese dirette ed indirette, e tutte le forme di introito, anch’esse dirette ed indirette.

Quali sono esattamente gli elementi di cui un’ impresa deve tener conto per fare le sue valutazioni?

Ci sono due tipi di considerazioni: una di origine fiscale/normativa e l’altra di natura contabile.

Dal punto di vista contabile è importante includere nel piano di investimento aziendale tutte le voci di costo: dalle spese di realizzazione dell’installazione, ai costi di fornitura, ai costi “correnti” di esercizio, manutenzione, assicurazione, ecc..

Sa da un lato ci sono i costi, dall’altro ci sono poi le quote di ammortamento dell’impianto impianto fotovoltaico.

La circolare 46/E di luglio 2007 dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che un impianto fotovoltaico realizzato da imprese è un “bene strumentale all’attività svolta” e per questo usufruisce della deducibilità delle quote di ammortamento impianto, quote commisurate al costo di realizzazione dell’impianto fotovoltaico. Come coefficiente di ammortamento viene indicato, nella stessa circolare, il 9 per cento.

Dunque, il soggetto responsabile di un impianto fotovoltaico aziendale, se da un lato deve prevedere tutti i costi di realizzazione e di esercizio, dall’altro può fare affidamento sul fatto che parte dei costi possono essere inseriti nel registro dei beni aziendali ammortizzabili. Nel piano di investimento aziendale l’impianto fotovoltaico va quindi in ammortamento come tutti gli altri beni aziendali strumentali all’attività.

 

Dal punto di vista normativo e fiscale, dunque, bisogna considerare:

  • i benefici degli incentivi del conto energia, finchè rimarrà, che retribuiscono con tariffe fissate tutta l’energia immessa in rete e tutta l’energia autoconsumata. Questi sono considerati come contributi statali a fondo perduto e per questo non assoggettabili ad Iva;
  • i benefici dell’autoconsumo immediato;
  • i benefici dell’eventuale scambio sul posto (alternativo al quinto conto energia);
  • i benefici della vendita dell’energia in eccesso alla rete;
  • i costi delle tassazioni dirette sugli incentivi e/o sulla vendita (IRPEF o IRES, IRAP);
  • i costi della tassazione indiretta sulla vendita di energia alla rete (IVA);
  • il costo dell’IVA sull’acquisto “chiavi in mano” dell’impianto fotovoltaico (10%);
  • il costo dell’IMU

Per ulteriori dettagli sul regime fiscale leggi anche: La tassazione sul fotovoltaico e Fotovoltaico: quali tasse sulla tariffa omnicomprensiva e sulla tariffa autoconsumo.

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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