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Perchè il fotovoltaico rende anti-economiche le centrali a combustione

Ultimo aggiornamento: 15-04-2012
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In altri articoli abbiamo parlato dei prezzi dell’energia elettrica che paghiamo in bolletta. Abbiamo visto come i prezzi delle fonti tradizionali dipendono da diversi fattori tra cui, non poco incisivi, i costi fissi di funzionamento, il prezzo del petrolio ed il prezzo del gas, risorse per lo più di importazione. Molte centrali elettriche ad oggi in funzione in Italia funzionano a gas ed a carbone. Funzionano con materie prime, combustibili, che sono per lo più importate dall’estero. Ecco perchè il prezzo della corrente elettrica è strettamente fluttuante e dipendente dai prezzi di importazione di gas, petrolio e carbone.

 

Le centrali a combustione sono meno necessarie

Con l’avvento e la forte crescita delle fonti rinnovabili in Italia ed in Europa, in particolare del solare fotovoltaico, l’energia può finalmente venire prodotta per lo più con risorse “proprie”, o meglio con risorse disponibili in abbondanza e spontaneamente nell’ambiente: sole, vento, ecc…  Queste risorse, che bypassano il mercato per il loro approvvigionamento, ci rendono più autonomi e indipendenti dalle fluttuazione dei prezzi di mercato e dalle disponibilità di combustibile dall’estero.

E’ attraverso l’inserimento delle centrali energetiche a fonti rinnovabili nel sistema energetico nazionale che le tradizionali centrali a combustione, che si basano per lo più sull’importazione del carburante, stanno diventando meno necessarie e marginali per il fabbisogno energetico diurno. Il solo fotovoltaico è arrivato a più di 12 gigawatt di potenza installata, mentre l’eolico raggiunge più di 6 gigawatt.

L’avvento del fotovoltaico e dell’eolico nel sistema energetico italiano sta rendendo decisamente competitiva la produzione di energia rinnovabile rispetto all’energia tradizionale. Nelle ore diurne, ore di punta della domanda energetica,  il fabbisogno è coperto, molto più di prima, dalla produzione da fonti rinnovabili che, secondo le normative, hanno la priorità di utilizzo rispetto alle altre fonti energetiche.

Cosa significa questo? Questo significa che le tradizionali centrali rimangono veramente utili e necessarie solo nei momenti marginali in cui le fonti rinnovabili, per definizione intermittenti, non producono o producono meno.

 

Fotovoltaico : come incide sulle tariffe biorarie ?

Originariamente, per regolare ed equilibrare la domanda con l’offerta dell’ energia disponibile è stato creato un sistema tariffario per fasce bi-orarie di consumo: F1, F23. Un sistema che prevede prezzi maggiori dell’energia nei momenti di punta (le ore diurne dal lunedì al venerdì) e prezzi minori per le fasce serali, notturne, sabati, domeniche e festivi. Attraverso questo meccanismo delle tariffe biorarie sono stati incentivati i consumi domestici per esempio la notte o nei week-end.

L’avvento massiccio delle rinnovabili ha scombussolato il meccanismo delle tariffe biorarie avendo creato maggiore disponibilità di energia nei momenti di maggiore richiesta.

Cosa accade nello specifico ? E perchè ? Nello specifico accade che, nelle fasce orarie pre-serali, quando gli impianti fotovoltaici iniziano il loro quotidiano calo produttivo, l’energia aumenta di prezzo: i dati parlano di un +30%. Questo avviene perchè le classiche centrali, che di giorno vedono considerevolmente calare la loro utilità, devono alzare i prezzi per poter far fronte ai costi fissi di funzionamento, costi a cui devono comunque far fronte, a prescindere dal loro effettivo funzionamento ed a prescindere dall’energia che riescono a vendere sul mercato.

 

Perchè il fotovoltaico rivoluziona le tariffe biorarie ?

Ricapitolando: le rinnovabili, in particolare eolico e fotovoltaico, fanno diminuire il prezzo dell’energia di giorno, nelle ore di picco della richiesta, per l’abbondanza dell’offerta. Alle rinnovabili è data sempre, giustamente, la priorità di utilizzo in rete. Questa priorità mette la produzione energetica non rinnovabile in secondo piano rispetto al fabbisogno coperto dalle rinnovabili.

Di sera, invece, la domanda è soddisfatta dalle centrali tradizionali, in particolare quelle a gas. Queste centrali a combustione, per coprire gli alti costi fissi di funzionamento e di acquisto del carburante, sono indotte ad aumentare i prezzi nel momento in cui effettivamente riescono a vendere l’energia prodotta: nelle ore serali. Così si crea un sensibile aumento dei prezzi dell’energia nelle fasce orarie preserali e serali, fasce in cui l’energia dovrebbe, secondo le tariffe di maggior tutela definite dall’aeeg, costare di meno. Ricordiamo che le tariffe definite dall’Aeeg sono aggiornate periodicamente sulla base dei prezzi medi di mercato rilevati nel periodo precedente.

 

Il fotovoltaico e le rinnovabili rendono antieconomiche le attuali centrali a combustione.

Tutto questo indica che le tradizionali centrali a combustione iniziano a manifestare i primi segni di anti-economicità, sicuramente nelle ore diurne, ore di picco della richiesta energetica. L’energia prodotta dagli impianti a fonti rinnovabili risulta quindi di fatto già competitiva nelle ore diurne rispetto a quella prodotta dalle fonti rinnovabili. Per questo motivo le centrali elettriche a gas ed a carbone sono indotte ad aumentare i prezzi, nelle ore del loro effettivo funzionamento, per rientrare dai costi e per mantenere i loro margini di guadagno. Tutto questo è un ulteriore segnale di avvicinamento della cosiddetta grid parity ? Le  rinnovabili di fatto già rendono disponibile energia elettrica a prezzi più competitivi rispetto ai prezzi delle centrali a combustione.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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