Sei un professionista? Scopri il servizio di fornitura preventivi!

Ammortamento impianto fotovoltaico, come calcolarlo?

Ultimo aggiornamento: 02-05-2017
Voto:4/5 (7701 voti)

Mettere il fotovoltaico può essere una soluzione conveniente se il costo sostenuto per installarlo viene ripagato dai benefici che ottengo con il suo utilizzo. Il costo dell’installazione, in altre parole, deve venire ammortizzato entro il ciclo di vita dell’installazione. Da cosa dipende l’ammortamento di un impianto fotovoltaico? L’ammortamento di un impianto fotovoltaico dipende da diversi fattori, ma i principali sono tre: il costo di installazione, la possibilità di sfruttare le detrazioni fiscali e  la stima di autoconsumo diretto dall’impianto.

Innanzitutto: cosa intendo per ammortamento di un impianto fotovoltaico? Come ogni investimento anche il fotovoltaico ha un periodo di ammortamento “tipico”: al di là di definizioni fin troppo tecniche per i nostri fini, semplificando, il periodo di ammortamento è il periodo necessario per “rientrare” dai costi sostenuti attraverso i risparmi che l’investimento genera nel tempo.

Prima di decidere di installare un impianto fotovoltaico sul tetto della nostra abitazione, del nostro condominio, della nostra azienda o del nostro capannone è d’obbligo fare tutte le opportune valutazioni economiche (e non solo) sui costi e benefici a cui andiamo incontro installando il nostro impianto.

Ogni impianto è un investimento di medio periodo: comporta un esborso iniziale che si andrà ad ammortizzare nel tempo e procurerà un “guadagno” sul lungo periodo. In realtà, più che parlare di “guadagno” come era nel periodo degli incentivi (fino al 2013), sarebbe più corretto parlare di “risparmio”. L’energia prodotta dal nostro impianto procurerà un risparmio sulle bollette elettriche nella misura in cui si riesce ad autoconsumare una buona quantità dell’energia prodotta.

ammortamento impianto fotovoltaico

Queste le domande fondamentali per calcolare l’ammortamento dell’impianto fv: quali costi avrò installando l’impianto fotovoltaico? E quali benefici, economici e non solo, sarò in grado di ottenere dal funzionamento a regime del mio impianto negli anni? Se i benefici saranno maggiori dei costi potrò optare per la realizzazione del mio impianto e l’investimento sarà un’operazione conveniente.

 

Fotovoltaico: costo o investimento?

“Voglio mettere il fotovoltaico..”: il primo “baluardo” con cui tutti ci scontriamo è il costo: “..quanto mi costa installare un impianto fotovoltaico?”.
Il primo problema (giustamente) è il prezzo, l’esborso economico iniziale.

Abbiamo già scritto in diversi articoli come il prezzo delle installazioni chiavi in mano si è ormai più che dimezzato rispetto a cinque sei anni fa. Oggi si parla di prezzi al di sotto dei 6 mila euro per il classico impianto fotovoltaico domestico da 3 Kw, impianto che occupa circa 25 metri quadrati su tetto a falda e che produce ogni anno la stessa quantità di energia elettrica che consuma una famiglia “media” di 3 persone. Teoricamente, dunque, il fabbisogno medio di una famiglia di 3 persone potrebbe essere soddisfatto da un impianto da 3 kWp (KhilowattPicco).

La questione dei costi iniziali, dunque, se non consideriamo i sistemi di accumulo, non è più l’ostacolo principale: l’impianto fv oggi è molto più “alla portata di tutti” rispetto agli esordi, 10 anni fa, quando i primi “avventurieri” decisero di imbarcarsi in questo investimento a lungo termine.

Se oggi pensiamo ai benefici derivanti dal fotovoltaico in termini di elettricità auto-prodotta, in termini economici, ambientali, ecc…, ci rendiamo conto che mettere il fotovoltaico non è un costo, ma un investimento il cui costo può essere recuperato in un periodo che va dai 5 ai 10 anni.

Un investimento utile, per di più,  non solo a livello personale, familiare o aziendale, ma anche collettivo: la generazione distribuita a livello nazionale porta benefici sul bilancio energetico dell’intero paese in quanto l’ auto-produzione “distribuita” di energia pulita sul territorio andrebbe a ridurre le spese per l’importazione delle materie prime fossili (il gas in primis) sulla quali il sistema ancora si fonda.

Parliamo del fotovoltaico, dunque, non semplicemente come di una “tecnologia utile all’ambiente”, ma come di un vero e proprio investimento economico domestico o industriale.
Come tutti gli investimenti la sua realizzazione comporta un esborso iniziale, un periodo di ammortamento dei costi ed un periodo di guadagno diretto (ed indiretto) generato dal funzionamento “a regime” dell’impianto stesso.

Per guadagni diretti  intendiamo i guadagni derivanti dalla cessione in rete dell’energia prodotta, energia che viene valorizzata col meccanismo dello “scambio sul posto” o della vendita al Gse in “ritiro dedicato”. Per approfondire scambio sul posto clicca qui per la guida completa Per approfondire il “ritiro dedicato” clicca qui (il “ritiro dedicato” oggi non ha più la convenienza che aveva un tempo e in effetti non se ne parla più in associazione col fotovoltaico).

Per guadagni indiretti intendiamo invece quelli derivanti dall’autoconsumo immediato dell’energia autoprodotta. Cioè: dal risparmio generato dal minor acquisto di elettricità dalla rete (perchè viene utilizzata quella autoprodotta). Per ogni impianto da fonti rinnovabili l’autoconsumo è il fattore di maggior risparmio.

Come è per tutti gli investimenti anche il piano d’investimento fotovoltaico prevede un periodo di “ammortamento” dei costi sostenuti ed un periodo di “guadagno” che porterà l’investimento ad essere redditizio a livello economico. Lo strumento principale per calcolare a priori la redditività del mio investimento, la redditività nel tempo del mio impianto, è il piano di ammortamento.

 

Come calcolare l’ ammortamento di un impianto fotovoltaico?

ammortamento impianto fotovoltaico

Ovviamente per calcolare con maggiore precisione possibile l’ammortamento di un impianto fotovoltaico bisogna affidarsi a consulenti esperti in grado di mettere a bilancio tutti i costi, anche quelli di manutenzione e assicurazione, e tutti i benefici: dalla produttività dell’impianto negli anni, alla stima precisa dell’energia autoconsumata, alla stima dei costi energetici per i prossimi 20-30 anni.

I fattori sono tanti, ma è giusto che un utente che si accinge ad investire nel fotovoltaico sia in grado di quantificarne i principali per avere almeno un’idea di massima sull’ammortamento dell’impianto fotovoltaico.

I costi sono per l’utente quelli offerti dagli installatori “chiavi in mano” in base ai prezzi di mercato. Un buon preventivo dei costi per una installazione completa “chiavi in mano” è personalizzato, elenca in maniera dettagliata tutte le voci di costo e non riserba sorprese a posteriori.

La cifra messa a preventivo è in genere il costo su cui calcolare l’ammortamento del progetto nel tempo.

Per calcolare l’ammortamento dell’impianto bisogna considerare tutte le variabili in campo: ci sono quelle economiche, derivanti dai proventi sull’energia immessa e su quella autoconsumata, o dalle detrazioni fiscali Irpef del 50%.

(Per approfondire la questione delle detrazioni fiscali per gli impianti fotovoltaici clicca qui).

Ci sono poi le variabili di rendimento dell’impianto come, ad esempio, il calo fisiologico di produttività dell’impianto nel tempo, la produttività stimata in base alla regione di installazione, all’orientamento all’inclinazione dei moduli, alla presenza di eventuali ombreggiamenti, alla qualità dei moduli, ecc..

Bisogna poi considerare, per esempio, gli eventuali costi di finanziamento, che allungherebbero il tempo di ammortamento, assicurazioni, i costi-benefici di un eventuale sistema di monitoraggio e controllo della produzione e di un eventuale sistema di accumulo a batterie per aumentare l’autoconsumo, ecc..

Come regola generale: l’ammortamento di un impianto fv dipende sempre dalla produzione dell’impianto e dalle modalità di consumo dell’utente.

 

L’utente, e questo è da sottolineare, ha un ruolo attivo nell’accorciare o nell’allungare i tempi di rientro dell’investimento. Perchè?
Perchè ha la possibilità di autoconsumare l’energia prodotta. Autoconsumando “in sito” l’energia prodotta  ha la possibilità di ottenere maggiori risparmi attraverso la riduzione delle bollette elettriche.

Proviamo a semplificare al massimo il concetto: una famiglia di 3 persone che farà andare la lavatrice, la lavastoviglie e gli altri elettrodomestici nelle ore diurne, potrà ridurre al minimo le bollette elettriche. In questo modo renderà massima l’efficacia del proprio impianto che nelle ore diurne mette a disposizione energia a costo zero. La stessa quantità di energia acquistata dalla rete costa in media i due terzi in più.

 

6 cose da sapere sull’ammortamento del fotovoltaico

Una lista di massima, non esaustiva, ci aiuta a farci un’idea più precisa sui fattori che determinano l’ammortamento di un impianto fotovoltaico. Può essere la seguente:

  • la dimensione dell’impianto. Questa determina la quantità di energia prodotta, nonchè il costo unitario per Kw dell’impianto. Un impianto grande, in proporzione, costa meno di un impianto piccolo per via delle economie di scala.
  • la perdita di rendimento dei moduli fotovoltaici nel tempo. In genere è stimata intorno allo 0,8 – 1% l’anno;
  • l’ orientamento e l’ inclinazione dei moduli fotovoltaici. Più saranno posizionati in direzione del sole più l’impianto avrà le migliori condizioni per produrre. L’orientamento ottimale è verso sud e l’inclinazione ottimale in Italia è intorno ai 30 gradi;
  • la regione di installazione. Per questo ci sono apposite tabelle di producibilità: al nord italia circa 1.100 Kwh/Kwp/l’anno, al sud Italia fino a 1.500 Kwh/Kwp/anno;
  • le modalità di consumo. L’autoconsumo in sito, cioè quello che avviene nel momento stesso della produzione, aumenta in maniera considerevole il risparmio economico. L’immissione in rete viene comunque valorizzata dal gestore di rete, ma in proporzione “rende” meno di quanto si risparmi attraverso l’autoconsumo immediato. La modalità di immissione dell’energia in rete può essere, come detto, lo scambio sul posto o il ritiro dedicato.
  • le agevolazioni fiscali: gli impianti domestici, utilizzati per far fronte ai bisogni energetici dell’abitazione, beneficiano delle detrazioni fiscali Irpef al 50%. Questo vuol dire che il 50% dei costi di installazione vengono restituiti (in 10 anni) attraverso le detrazioni fiscali sull’imposta Irpef. Questa detrazione è riservata alle persone fisiche, non alle società e imprese. Con le detrazioni fiscali l’impianto costa, a conti fatti, la metà. Grazie a questo può essere dimezzato il periodo di ammortamento dell’impianto fv.

 

 

Un esempio di ammortamento di un impianto fotovoltaico

Ecco l’esempio di  ammortamento di un piccolo impianto fotovoltaico da 3 Kw installato a Roma, impianto generalmente sufficiente a coprire il fabbisogno medio di una famiglia in Italia.

L’impianto, realizzato senza finanziamento, occupa circa 25 metri quadrati di pannelli fotovoltaici su tetto a falda e produce mediamente 3.900 kwh/anno. Il tipo di convenzione ipotizzato è quello dello “scambio sul posto” (ipotizzando consumi utente inferiori alla produzione impianto).

I dati di partenza sono:

  • costo impianto: 6.000 euro + IVA 10% , cioè 6.600 euro;
  • costo impianto effettivo con detrazioni fiscali Irpef al 50%: 3.300 euro
  • energia prodotta il primo anno: 3.900 kWh
  • energia prodotta in 25 anni: stima di massima 78.000 kWh (con un calo di prestazioni di circa 0.8%/anno)
  • elettricità autoconsumata in sito (stima del 40%): 31.200 kWh
  • energia immessa in rete in 25 anni: 46.800 kwh.

 

Il piano di ammortamento deve considerare:

  • il risparmio derivante dall’autoconsumo (calcolato a circa 0,23 €/kwh pari al costo lordo dell’energia in bolletta)
  • gli introiti derivanti da tutta l’energia immessa in rete (0,10 €/kwh per l’energia immessa e 0,14 €/kwh per l’energia immessa e poi riprelevata in “scambio sul posto”).

 

Ecco, infine, una stima indicativa degli introiti generabili:

  • Risparmio derivante da autoconsumo: 0,23 € x 31.200 kwh = 7.176 € in 25 anni
  • Introiti derivanti da tutta l’energia immessa in rete: 0,14 € x 46.800 kwh = 6.552 € (ipotizzando che tutta l’energia immessa venga nel tempo riprelevata dallo stesso utente).

Il conto economico, ipotizzabile dal piano di ammortamento, è pari ad un guadagno sui 25 anni di circa: 7.176 + 6.552 = 13.728 euro.

Ipotizzando costi di mantenimento pari almeno a 100 euro l’anno e la sostituzione dell’inverter dopo 10 anni il guadagno effettivo scende a circa 10.000 euro.

Dunque:

  • costo impianto: 3.300 euro
  • stima degli introiti sui 25 anni: 10.000 euro (circa 500 euro/anno per i primi anni di funzionamento dell’impianto)
  • tempo di ammortamento impianto: 6-7 anni

 

Quanto “costa” l’energia prodotta dal fotovoltaico rispetto a quella della rete Enel

Un’ultima considerazione per avere idea di quanto sia possibile potenzialmente risparmiare con l’autoconsumo fotovoltaico e di quanto possa incidere sull’ammortamento dell’investimento. Confrontiamo il costo di produzione del kwh fotovoltaico col costo di acquisizione da rete Enel.

Per un calcolo indicativo non bisogna fare altro che dividere il costo di installazione e di mantenimento dell’impianto fotovoltaico con la quantità di kWh che produrrà in tutta la sua vita.

Per individuare, invece, il costo medio del kWh della rete Enel basta prendere le bollette e dividere il costo complessivo (lordo) per i kwh addebitati. Per avere una visione d’insieme più precisa dei costi in bolletta nel 2017 puoi vedere le stime dell’Autorità per l’Energia Elettrica (i costi indicati non includono le imposte).

 

FOTOVOLTAICO SENZA DETRAZIONE FISCALE FOTOVOLTAICO CON DETRAZIONE FISCALE COSTO DEL KWh PRELEVATO DA RETE ENEL
Tabella di confronto costo kWh fotovoltaico/rete Enel
COSTO EFFETTIVO IMPIANTO
(€)
6.600 € 3.300 € /
PRODUZIONE IMPIANTO
(KWh)
78.000 kWh 78.000 kWh /
Costo energia per utente finale
(€/kWh)
0.08 €/kWh 0.04 €/kWh 0.19 – 0.27 €/kWh

 

“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

Clicca per richiedere una consulenza o un preventivo


6 Commenti

  1. Rocco, il 2 Maggio 2017 ore 15:00

    Molto interessante informazioni dirette e precise

  2. Giuseppe Pigatto, il 31 Gennaio 2020 ore 18:30

    Secondo mè il conto è decisamente sbagliato e l’errore è dovuto al fatto che l’autoconsumo abbatte solo il costo dell’energia (che è in media il 40% del totale della bolletta) e non il costo dell’intera bolletta. In particolare il costo dell’energia in bolletta è circa 0,08€/kWh che sono ben distanti dai 0,23€/kWh dell’esempio. Inoltre il GSE ristora solo l’energia prelevata e l’eccedenza se incassata viene pure tassata. Se rifate i conti il recupero del”investimento è oltre i 15 anni….

    • gipi, il 5 Febbraio 2020 ore 19:08

      Ciao Giuseppe Pigatto

      Nell’Atrticolo di questa Striscia, al quale ti riferisci, ci sono a mio avviso alcune imprecisioni numeriche e anche nel modo di presentare la situazione dell’Utente.

      LE PRINCIPALI IMPRECISIONI NUMERICHE :

      — 1) I 78.000 kWh sui 25 anni, per me sarebbero 88.000

      — 2) Il RISPARMIO IN BOLLETTA di 0,23 €/kWh va ridimensionato a 0,20 €/kWh.

      — 3) Gli INTROITI da tutta l’energia immessa in Rete e poi RIPRELEVATA in “SCAMBIO SUL POSTO” non valgono pagati i detti 0,14 €/kWh ma, al massimo, 0,11 €/kWh.

      — 4) La percentuale di AUTOCONSUMO prevista al 40% della produzione del FV è troppo alta e sarebbe meglio ridurla ad un più certo 30 % che può essere realmente raggiunto dalla generalità degli Utenti.

      LA SITUAZIONE DELL’UTENTE :

      — 1) Si sarebbe dovuto ben evidenziare che, per avere i risultati ipotizzati l’UTENTE dovrà avere un CONSUMO DI UTENZA ANNUO sempre almeno UGUALE O SUPERIORE alla PRODUZIONE FOTOVOLTAICA ANNUALE.

      Nel caso che è stato proposto :
      Produzione FV = 3900 kWh/anno e Consumo di Utenza = 3900 kWh/anno (o superiore).
      Solo in questo caso si potrà realizzare il recupero integrale in SCAMBIO (e al valore di 0,11 €/kWh) di tutta l’Energia prodotta dal FV che viene IMMESSA IN RETE in quanto non utilizzabile in AUTOCONSUMO.

      — 2) Facendo l’esempio di un Impianto INSTALLATO A ROMA sarebbe stato bene EVIDENZIARE che, per il Nord Italia, la situazione sarà meno meno favorevole e che, lo stesso Impianto, potrà produrre (mediamente) 3,00 kWp x 1150 kWh/kWp = 3450 kWh/anno invece dei 3900 a Roma.

      IL TEMPO DI AMMORTAMENTO IMPIANTO :

      Tu dici “OLTRE 15 ANNI” . Secondo me ti sbagli alquanto.
      Ti faccio l’esempio per il NORD ITALIA e ti sottolineo che se si installano 3 kWp di FV si avrà la migliore resa Impianto (ammortamento) quando i Consumi di Utenza sono UGUALI O SUPERIORI alla Produzione Annua del FV
      ————————————————————-

      Conteggi Energetici
      — Consumo annuale di Utenza : 3450 kWh/anno (o superiore)
      — Produzione annuale FV : 3,00 x 1150 = 3450 kWh/anno
      — Autoconsumo del 30% : 3450 x 0,3 = 1035 kWh/anno
      — Scambio sul Posto 3450 – 1035 = 2415 kWh/anno
      — Esuberi lasciati alla Rete : ZERO
      ——————————————————————

      Conteggi Economici
      — Risparmio in Bolletta 1035 x 0,200 = 207 €/anno
      — Ritorno dal GSE per Scambio sul Posto : 2415 x 0,11 = 266 €/anno
      — Costo di lettura del 2° Contatore : 25 €/anno
      — Totale Ritorno Economico : 207 + 266 – 25 = 448 €/anno
      — Sgravio IRPEF : (6600/2) /10 = 330 €/anno
      — Totale Generale Ritorni : 448 + 330 = 778 €/anno.

      —Tempo di Ammortamento : 6600 € / 778 €/anno = 8,48 anni

      Comunque attualmente si trovano sicuramente anche buoni Impianti (senza tanti inutili fronzoli) a non oltre 6000 € TUTTO COMPRESO e, in questo caso, il rientro si accorcia un po’ : 6000 / (448 + 300) = 8,02 anni.

      NOTA :

      Tutto quanto calcolato VALE SOLO SE NON SI DOVRA’ AFFRONTARE NESSUNA SPESA AGGIUNTIVA in tutto il corso del Tempo di Ammortamento.

      Solitamente i Fotovoltaisti sono ottimisti e, come sperano nel bel tempo, così sperano anche nella loro Buona Sorte………….

      Comunque, stando più attenti, la frazione di AUTOCONSUMO può facilmente essere portata almeno al 35 % e, se si dispone di un Climatizzatore che funziona in RAFFRESCAMENTO si può arrivare facilmente al 45 % con il che il Conto Economico ne beneficerà sensibilmente.

      Se, come nell’esempio proposto nell’Articolo di Testa, si mettono in conto spese annuali di 100 € (mantenimento) allora l’ammortamento veleggia verso i 9,3 /10 anni !!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi un avviso se ci sono nuovi commenti.
Se non vuoi lasciare un commento, clicca qui per ricevere gli aggiornamenti dalla discussione.