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Mobilità elettrica indipendente con fotovoltaico e rinnovabili

Ultimo aggiornamento: 19-04-2012
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Quali vantaggi dalla produzione “in casa” del proprio “carburante” ?

La produzione “in casa” dell’energia elettrica necessaria ad alimentare il proprio mezzo elettrico da fonti rinnovabili è senza dubbio una possibilità interessante, per una serie di motivi.

Il primo è un motivo economico. Il prezzo della benzina aumenta, come aumenta il prezzo dell’energia “tradizionale”, dipendendo entrambi dal petrolio o da altri combustibili di importazione.
In attesa che politica, istituzioni e mercato arrivino ad organizzare un efficiente sistema al servizio della mobilità elettrica (stazioni ecologiche, colonnine di ricarica, parcheggi fotovoltaici, ecc..) è decisamente auspicabile ed economico muoversi per iniziare a creare un proprio sistema di fornitura di energia elettrica. Un sistema sufficiente a soddisfare i propri consumi è senz’altro un modo per azzerare i costi energetici per la casa e per la mobilità.

Le motivazioni economiche non sono le uniche a spingere verso una soluzione autonoma del problema carburante: ci sono anche quelle ecologiche, e abbiamo visto i vantaggi del decentramento della produzione di elettricità in termini di maggiore efficienza dei sistemi e minori dispersioni “di sistema”. I motori elettrici di per sè non producono emissioni; se poi questi vengono alimentati con corrente elettrica prodotta da fonti rinnovabili, solare fotovoltaica e non solo, la loro impronta ecologica diventa massima.

C’è un altro motivo importante a favore dell’ autoproduzione, motivo da molti non considerato: l’indipendenza energetica. Indipendenza sia dei singoli utenti rispetto alle politiche nazionali, sia, a livello internazionale, dell’Italia dagli altri paesi esportatori. La mobilità è un servizio, una necessità, fondamentale della vita moderna; il possedere un mezzo di trasporto autonomo è condizione pressoché imprescindibile nella frenetica quotidianità di molti. I veicoli elettrici, ricaricabili autonomamente, rendono i cittadini indipendenti dai prezzi di acquisto del carburante. Possono rendere i cittadini, e l’intera economia italiana, indipendenti dalle fluttuazioni dei costi del petrolio, dell’energia, del gas, ecc.. Auto-producendo energia ed il “carburante” per la mobilità ci si rende autonomi ed indipendenti dalle incertezze internazionali.
C’e’ una crisi nei paesi arabi? Il prezzo del petrolio sale, la benzina lo segue, e improvvisamente fare un pieno costa il doppio. Oppure: immaginate un qualche evento che rendesse i benzinai indisponibili o senza forniture per un mese..

Esistono quindi degli ottimi motivi per “fabbricarsi il carburante in casa”, carburante ecologico, economico e “assicurato” in quanto indipendente dalle dinamiche politiche e di mercato nazionali e internazionali. ; vediamo se esistono i presupposti tecnici ed economici.

Per sapere se è auspicabile ed economicamente sensato prodursi il proprio carburante elettrico in casa, dobbiamo sapere quanto ce ne serve. Un’auto elettrica necessita di una batteria in grado di contenere almeno 16 kWh di energia; per quanto riguarda invece gli scooter elettrici, da prove su strada di vari modelli risulta che per percorrere almeno 80 km a velocità fino a 60 km/h servirebbe una batteria da almeno 3 kWh.

Quanti metri quadrati ci vogliono per produrre 1 Kwh di energia con pannelli fotovoltaici ? Indicativamente, solo per avere un ordine di misura, con 8 metri quadrati si ha, con i più diffusi pannelli fotovoltaici, 1 Kw di potenza di picco. Questo Kw di potenza di picco è in grado di produrre  mediamente 1.300 Kwh/anno (in centro Italia) di energia pulita, cioè, in media, 3-4 Kwh al giorno.

In un prossimo articolo cercheremo di capire cosa sono i chilowatt e i chilowattora, e proveremo a fare calcoli precisi per determinare come fare e quanto spendere per produrre in proprio la corrente elettrica necessaria a ricaricare il nostro mezzo elettrico.



“Tecnologie energetiche pulite, fotovoltaico, fonti rinnovabili: queste le leve per uno sviluppo sostenibile e consapevole. Il giornalismo ambientale e le nuove tecnologie sono ottimi strumenti di condivisione per tracciare nuove strade”

Alessandro Fuda

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